Cenni geografici e storici
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La Zinzulusa è una grotta naturale costiera che si trova lungo il litorale salentino tra Castro e Santa Cesarea Terme, una delle più note grotte anchialine dell’Italia meridionale.
La denominazione della grotta deriva dal termine dialettale “zinzuli”, stracci, ed è dovuta alle formazioni carsiche, in particolare stalattiti, che pendono dal soffitto come fossero stracci appesi. La formazione della grotta, avvenuta per erosione marina, è ricondotta al periodo del Pliocene.
Scoperta
La prima citazione della grotta si trova negli scritti del vescovo di Castro, Antonio Francesco del Duca, che in una lettera del 1793 fa una dettagliata descrizione del sito. Riferimenti o descrizioni successivi si dovettero anche a Teodoro Monticelli (1807), Brocchi (1821), Cosimo De Giorgi (1874), Ulderico Botti (1870-1874) e Armando Perotti (1871).
Tuttavia, esplorazioni e pubblicazioni scientifiche sistematiche si ebbero solo dal primo dopoguerra, inaugurate dalle scoperte di Filippo Bottazzi, Pasquale De Lorentiis e Gino Stasi. Fino almeno alla fine degli anni Cinquanta, la grotta fu oggetto di interessi scientifici riguardanti gli aspetti storici, geologici, etnologici e biologici.
La grotta si può articolare in tre settori distinti:
Ingresso
Si caratterizza per la grande varietà e quantità di stalattiti e stalagmiti che hanno una straordinaria somiglianza con oggetti. In questa zona, attraverso un lungo corridoio denominato delle Meraviglie si trova un piccolo lago, di acqua limpidissima dolce mista a infiltrazioni marine, chiamato Trabocchetto.
Cripta
La grotta continua con una grande cavità denominata cripta o Il Duomo, caratterizzata da pareti lisce alte fino a 25 metri; questa parte di grotta pare risalire al Cretacico. La grotta era abitata da un gran numero di pipistrelli, che l’avevano ricoperta con il loro guano per 5, 7 metri. Il guano, solido e su cui era possibile camminare, fu estratto negli anni 1940 da operai che crearono anche i camminamenti interni, oggi usati per le visite turistiche. I pipistrelli non abitano più la grotta.
Fondo
È la parte terminale della grotta, che giunge fino a 160 metri oltre l’ingresso, anch’essa ricavata in rocce cretaciche, e ospita il piccolo bacino chiuso del Cocito. Le acque sono caratterizzate da una stratificazione: nella parte bassa sono calde e salmastre, mentre in superficie sono dolci e fredde.